La ricerca di una maggiore connettività di nuovi dispositivi alla Rete sta ponendo sfide digitali e pratiche sempre nuove al mondo dell’automotive. E tutto quello che fino ad oggi abbiamo conosciuto come “infotainment” sta cambiando radicalmente. Come amanti del movimento il nostro desiderio - oltre che la nostra necessità - è quello di trasportare in auto il nostro ecosistema digitale, sia che si tratti di messaggistica, sia che si tratti di sistemi di realtà aumentata o di controllo dei consumi della vettura. I produttori di auto sono davanti a una sfida che non è facile affrontare. Google e Apple stanno affinando i loro sistemi per l’auto e aggiustano il tiro verso un’integrazione sempre più spinta tra smartphone, automobile e servizi di rete. Lo stesso si può dire anche per i sistemi OEM e aftermarket.

La quadratura del cerchio è difficile: occorre infatti gestire una triangolazione tra vettura, utente e produttori di device. Inoltre ci sono varie componenti che vanno collegati e orchestrati in modo perfetto: software, sistemi multimediali, connessione, meccanica e software di bordo, sistemi di gestione e controllo della vettura, interfaccia utente. Il trend di sempre maggiore domanda di connettività è stato individuato da numerose ricerche in questi anni: Gartner Research ha previsto che entro il 2020, tra soli quattro anni, ci saranno 250 milioni di veicoli connessi in strada, mentre nei prossimi cinque anni il numero di nuovi veicoli interconnessi aumenterà in modo esponenziale. McKinsey&Company, dal canto suo, stima che il valore del mercato globale per i dispositivi legati a connettività e servizi aumenterà dagli attuali 30 a 170 miliardi di euro entro il 2020. Il report indica anche che il 13% dei consumatori non intende più acquistare veicoli senza accesso a Internet, e che più del 25% dà la priorità alla connettività rispetto ad altre funzioni, come la potenza del motore e l’efficienza del carburante.

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Come stanno rispondendo concretamente i costruttori e le software house a questa sfida? Fondamentalmente esistono due tipi di risposte: da un lato le soluzioni basate sui dispositivi mobili dell’utente (come il sistema Sync di Ford), dall’altro le soluzioni completamente embedded, come la piattaforma ConnectedDrive di Bmw. Benché le soluzioni basate smartphone permettono di offrire servizi di infotainment ricchi e a prezzi accessibili per tutti i veicoli, l’emergere di piattaforme embedded open source, caratterizzate da notevoli vantaggi di sicurezza e dalla disponibilità di piani dati condivisi (per esempio i centri di controllo del traffico) stanno alimentando la crescita delle soluzioni integrate. Ad oggi Ford, per esempio, si sta spendendo molto. Il suo ecosistema AppLink è il più ricco ed avanzato del comparto, e tuttora sta investendo grandi energie per continuare ad accrescere l’offerta di applicazioni disponibili. Anche Opel sta facendo passi interessanti con OnStar, una piattaforma comune a quasi tutti i nuovi modelli della casa che offre una serie di funzioni avanzate di connettività, diagnostica, assistenza e sicurezza. Oppure l'ammalliante “Monza Concept”, sempre di Opel, che abbina sistemi di proiezione al LED ad un comparto di elettronica molto all'avanguardia. Anche il gruppo Fiat-Chrysler ha deciso di muoversi in questa direzione portando al CES di Las Vegas (6-10 gennaio) la quarta generazione del sistema di infotainment Uconnect, atteso entro il 2016, che tra le novità vanta un display che memorizza e prevede le preferenze del guidatore. E sempre di qualche giorno fa è la presentazione a Las Vegas del nuovo sistema AirTouch montato sulla BMW i8 Spyder, che garantisce l'accesso a contenuti e informazione con un semplice controllo gestuale. 

Sul versante software, al momento i sistemi Android Auto e Apple CarPlay sono sostanzialmente una replica sullo schermo di bordo del desktop dello smartphone, con l’aggiunta di funzionalità di interazione semplificate. Tuttavia lo sviluppo di questi sistemi deve tener conto di una questione fondamentale: non distrarre dalla guida. Nasce quindi il problema di filtrare e veicolare, nel modo meno invasivo possibile, la massa di informazioni che questi dispositivi producono. Occorre inoltre “addestrare” questi sistemi. Per esempio, se sono in vacanza potrei avere necessità di informazioni sui luoghi che visito, mentre durante il periodo lavorativo è più importante la gestione del comparto messaggistica, invece durante la guida notturna potrei aver bisogno di una playlist che mi tenga sveglio.

Per chi vuole tenersi al passo con i tempi e avere un’esperienza sempre più arricchita di guida non è necessario metter mano al portafogli e acquistare nuovi modelli di auto, infatti è sempre possibile intervenire sui vecchi sistemi aggiornando i software, o incorporando nuovi dispositivi senza rinunciare alla personalizzazione dei nostri bisogni. Insomma, efficienza e connettività sono i due temi fondamentali che definiranno lo sviluppo della prossima generazione di automobili, e Faratech sarà sempre al vostro fianco per consigliarvi i dispositivi migliori per l’appuntamento con il futuro.